venerdì 27 febbraio 2009

Il nuovo album degli U2



26 febbraio 2009 -
Con No line on the Horizon gli U2 compiono un passo nella storia e uno verso il futuro. L'album - il 12/o di una carriera che compie 30 anni, da quando il gruppo decise di abbandonare il vecchio nome, Feedback - uscirà in Irlanda e Australia, il due marzo nel resto d'Europa e il giorno dopo in Nord America, a cinque anni dalla pubblicazione di How to dismantle an atomic bomb. Come si addice al nuovo lavoro di una delle ultime rock band globali della storia, No line on the Horizon ha avuto una gestazione travagliata, iniziata nel 2006 con il produttore Rick Rubin mandato a casa per richiamare Brian Eno e Daniel Lanois e poi anche Steve Lillywhite (a sovrintendere agli ultimi missaggi), ossia i tre uomini che hanno definito il sound del gruppo. La prima data di uscita era stata fissata per novembre 2008, rimandata varie volte per il continuo lavoro di scrittura e rielaborazione (pare siano stati registrati dai 50 ai 60 pezzi, tanto che l'anno prossimo potrebbe uscire un nuovo album dal tono più "mistico-riflessivo e dedicato al tema del pellegrinaggio"). Poi c'é stata la vicenda Internet, con un sito che ha messo a disposizione il disco per il downloading (solo per tre giorni) e poi il fan che, si dice, ha registrato quattro pezzi mentre Bono ascoltava a manetta il nuovo materiale nella sua villa di Eze, in Costa Azzurra e li ha messi su Youtube. (Ansa, di Paolo Biamonte)

giovedì 19 febbraio 2009

Intercettazioni, il carcere per la stampa è eccessivo...per fortuna il Csm se ne è accorto!

ROMA - Eccessiva la sanzione penale prevista per i giornalisti dal ddl sulle intercettazioni per la pubblicazione di atti di procedimenti. Lo ha sostenuto il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che ha parlato di un contrasto con l'articolo 21 della Costituzione: "La sanzione penale per i giornalisti è eccessiva e unilaterale ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione", quello sulla libertà di stampa, ha detto Mancino. "Il venir meno del segreto - ha aggiunto - è opera unilaterale del giornalista o c'é qualcuno che ha concorso nella consumazione del reato con lui"?.
Il vice presidente del Csm Nicola Mancino, rompendo il silenzio che si era imposto e esprimendo la sua contrarietà al provvedimento voluto dal governo e dalla maggioranza, ha puntato l'indice contro la norma che introduce la sanzione penale per il giornalista che pubblica atti coperti dal segreto investigativo, ritenendola una misura "eccessiva" proprio "ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione" e che fa pagare così severamente solo il cronista, non anche il pubblico ufficiale che gli ha passato le carte: "il venir meno del segreto è opera unilaterale del giornalista o c'é qualcuno che ha concorso con lui nella consumazione del reato?", ha chiesto con un interrogativo retorico il numero due di Palazzo dei Marescialli, che comunque distingue il caso in cui gli atti pubblicati sono estranei alle indagini, perché "la privacy va rispettata". (ANSA).

venerdì 13 febbraio 2009

Intercettazioni, bavaglio per la stampa. Csm: viola la Costituzione

Lo slogn della maggioranza - "Pubblicate i fatti, ma non gli atti" - fa infuriare l'Ordine dei giornalisti che, per l'ennesima volta, chiede un incontro urgente al governo sulle intercettazioni e sulla norma capestro che, con un tratto di penna, cancella d'emblée la cronaca giudiziaria. Fino al dibattimento nessun atto, neppure per riassunto, potrà essere reso pubblico. E i testi degli ascolti mai. Per il Csm è una previsione che contrasta "con i valori dell'articolo 21 della Costituzione", quello che garantisce la libertà di stampa ("Non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure"). L'Ordine rende pubblico il suo "allarme", pensa a una "mobilitazione generale della categoria", è disponibile "a una soluzione di equilibrio tra il diritto alla privacy e quello all'informazione". Il Pd, che parla di "inaccettabile mordacchia" ...
Leggi tutto l'articolo su Repubblica.it

(Fonte: Repubblica.it)

lunedì 9 febbraio 2009

Nel pacchetto sicurezza si nasconde un bavaglio per la Rete

Articolo 50 bis contenuto nel decreto sicurezza: ai provider il compito di bloccare le pagine Internet in base alle indicazioni del Ministero. Pena la corresponsabilità in apologia di reato e reati di opinione.Torna la censura? E la libertà prevista dall'articolo 21 della Costituzione, dove è finita? Leggendo il testo dell'articolo passato al Senato sembra di sì. Una conferma arriva anche dai pezzi pubblicati da numerosi siti internet tra cui quello scritto da Anna Masera sul sito de "La Stampa".



L'articolo 50-bis del disegno di legge 733, noto come il "pacchetto sicurezza", passato al Senato e che deve essere adesso sottoposto alla Camera, costringe gli Internet provider a filtrare i contenuti a caccia di istigazioni a delinquere e apologie di reato, e Facebook in Italia rischia di non poter più proseguire la sua avventura. L'emendamento, introdotto dal senatore dell'Udc Gianpiero D'Alia, riguarda la "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo Internet", che al comma 1 recita:"Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete Internet, il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla Rete Internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine". Ma secondo i giuristi esperti della materia, i reati d'opinione potrebbero sovrapporsi con la manifestazione del pensiero dell'individuo: diritto tutelato dall'articolo 21 della Costituzione. Con i fornitori di Internet costretti a setacciare la libera espressione.

Obbligo di rettifica, nuovo pericolo per la libertà dei blog "Anche i siti Internet personali potrebbero essere sottoposti all'obbligo di rettifica delle informazioni potenzialmente lesive per i soggetti coinvolti, 'da pubblicarsi entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono' ".

giovedì 5 febbraio 2009

La verità sul Watergate è al cinema



Trama: Nell'estate del 1977, le interviste televisive di David Frost a Richard Nixon riscossero il più grande consenso della storia della Tv americana per quanto riguarda un programma di informazione. Oltre 45 milioni di spettatori - curiosi di conoscere i pensieri dell'ex comandante supremo caduto in disgrazia e ansiosi di ascoltare da parte sua l'ammissione dell'abuso di potere che aveva condotto alle sue dimissioni — restarono incollati davanti ai teleschermi, per assistere all'avvicente confronto verbale che Nixon e Frost misero in scena nel corso di quattro serate. Due uomini con una reputazione da difendere, e la consapevolezza di poter soltanto vincere o perdere durante l'incontro, ma non pareggiare. Il loro leggendario confronto avrebbe rivoluzionato per sempre l'arte dell'intervista, cambiando il volto della politica, e registrò una piena confessione da parte dell'ex presidente che sbalordì il mondo intero...e forse persino lo stesso Nixon. (Ansa)

Lo scandalo del "Watergate" fu una serie di eventi che durò dal1972 al 1974 e che era iniziato con l'abuso di potere da parte dell'amministrazione Nixon allo scopo di indebolire l'opposizione politica del Partito democratico. Un altro film molto famoso sul Watergate fu Tutti gli uomini del presidente ispirato al libro omonimo di Bob Woodward e Carl Bernstein, due giornalisti del Washington Post. I due lentamente fanno sensazionali scoperte che coinvolgono alte sfere della politica, la CIA, l'FBI, la Casa Bianca, e che, rese di pubblico dominio dagli articoli del giornale, fanno esplodere il caso Watergate con le conseguenti inchieste, i processi, le condanne, le dimissioni di Nixon...

lunedì 2 febbraio 2009

Yahoo compra il New York Times?












Il New York Times alle prese con la crisi economica per rilanciarsi potrebbe spingere sull'acceleratore di Internet. Yahoo sarebbe pronta a comprare il New York Times. L'ipotesi - tutta da verificare - è della rivista Barron's. In un articolo sul suo sito web si chiede già nel titolo: "Yahoo! dovrebbe comprare il New York Times?". Con la trimestrale in arrivo che probabilmente non conterrà cifre piacevoli - scrive la pubblicazione di proprietà del WSJ - dal nuovo amministratore delegato Bartz il mercato 'vuole un piano sulla direzione strategica che Yahoo! intende prendere'. (Ansa)