lunedì 29 dicembre 2008

Free Palestina


(da Repubblica.it)
Diventare falegname, aiuto farmacista, tecnico dell'elettricità. Avevano sogni forse piccoli ma reali, gli otto ragazzi che sono morti sabato durante uno dei primi raid israeliani su Gaza.....La storia dei ragazzi del Gaza Training Center è diventata uno dei simboli della tragedia che si vive nella Striscia. "Avevano tutti 17 o 18 anni - racconta Sami Mshasha, funzionario dell'Unrwa, l'agenzia Onu che si occupa dei palestinesi e che gestisce l'istituto - erano lì per imparare un mestiere, per non restare in strada. La fine che hanno fatto è orribile".







lunedì 22 dicembre 2008

Palestina: la guerra infinita




Due popoli in cerca di una nazione. Una terra contesa. E i tentativi di portare avanti un colloquio...Ma c'è sempre un continuo ricorso alla violenza. Dal crollo dell'Impero ottomano alle vittime di oggi: una storia di violenze senza fine.

martedì 16 dicembre 2008

Giornalista iracheno tira le scarpe a Bush...e il video spopola su YouTube

Il giornalista televisivo Muntazer al-Zaidi che ha scagliato le sue scarpe contro il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, atto visto come un insulto, è diventato famoso in Iraq. Al-Zaidi ha detto di provare rabbia nei confronti di Bush per le migliaia di iracheni morti dall'invasione nel 2003 delle forze guidate dagli Usa. L'uomo ora rischia sette anni di carcere. Migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere la sua liberazione. La folla lo ha acclamato come "eroe". La protesta si va ad aggiungere alla richiesta fatta dalla rete televisiva al-Baghdadia per il rilascio del proprio giornalista. Al-Baghdadia sostiene che al-Zaidi stava esercitando il diritto alla libertà d'espressione, mentre per gli alti funzionari iracheni si tratta di incidente vergognoso.
Il video del lancio delle scarpe contro Bush intanto spopola su YouTube accompagnato a volte anche da musichette di sottofondo che fanno sembrare la vicenda un siparietto comico. E intanto...a Istambul, il proprietario di un'azienda rivendica la paternità del modello "lanciato" contro il presidente degli Stati Uniti. Migliaia le ordinazioni da Iraq, Europa e Stati Uniti :)

lunedì 15 dicembre 2008

Editoria, il 2009 sarà un anno nero per i giornali

Il 2009 sarà l'anno nero per i giornali del Vecchio Continente che rischiano di essere decimati dal crollo degli introiti pubblicitari. Secondo uno studio di Deloitte, "uno su 10 tra giornali e riviste potrebbe dover ridurre le pubblicazioni, migrare sul web o chiudere". C'è poi da dire che neppure il sito più di successo può compensare le perdite del suo corrispettivo cartaceo.

Soluzioni? Non i tagli al personale, occorre trovare risparmi con i fornitori e ridurre la frequenza di stampa.

(Fonte Ansa)

venerdì 12 dicembre 2008

Tevere in piena a Roma: barcone rimane incatsrato sotto ponte Sant'Angelo



La capitale è in ginocchio per il maltempo. Attesa per la piena del Tevere. A Castel Sant'Angelo barcone alla deriva.










Vai alle immagini di un altro battello che si schianta vicino ponte Sant'Angelo. Da TgCom - 120 secondi, autore: elelimiti

Giornalismo: Pulitzer anche per i giornali online

Il premio Pulitzer cambia. E riconosce i cambiamenti del mondo e della rivoluzione web ammettendo che il giornalismo online ha ormai un ruolo altrettanto cruciale nell'informazione. E deve avere eguale dignità rispetto a quello cartaceo. Leggi l'articolo di Emanuela di Pasqua su Corriere.it.

martedì 9 dicembre 2008

Il web riuscirà a cambiare una legge? Forse sì




















"Vite...Vite spezzate, vite cancellate, ricordi spazzati via.Sogni, speranze, idee, tutto distrutto. Perso. Un attimo, e il silenzio come un martello infrange i rumori vitali dell'esistenza. E li spegne. Li azzittisce. E lascia senza parole noi che ascoltando di tragiche 'fatalità' restiamo basiti facendoci mille domande sul perché e per come esse siano potute accadere".

E' con queste parole che un gruppo nato su Facebook (il social network più popolare del momento) con il nome "galera certa a chi uccide guidando in stato di ebrezza" è riuscito a raccogliere ad oggi ben 21mila adesioni.... Lo scopo che vuole raggiungere questo gruppo e il suo fondatore, Luca Caruso, è riuscire ad ottenere da parte delle Istituzioni la necessaria attenzione su un tema ormai all'ordine del giorno: la morte delle persone sulle strade causata da chi guida in stato di ebrezza o sotto l'effetto di stupefacenti. Riuscirà il Web e i cittadini che lo popolano ad ottenere che i giudici applichino la legge interpretandola al massimo delle aggravanti quando si verificano incidenti simili??? Un'impresa non facile ma neanche impossibile....Prima le persone scendevano in piazza per protestare o battersi per qualcosa in cui credevano. Ma dalle manifestazioni di piazza non si riusciva mai a capire il numero della gente effettivamente presente. Ora le persone non solo scendono in piazza, ma si organizzano sul Web. E attraverso le adesioni in Internet a gruppi come quelli creati su Facebook vengono fuori numeri precisi. E con numeri precisi qualcosa forse si potrà cambiare oggi grazie al WEB.

venerdì 5 dicembre 2008

Il cinema italiano arriva sul Web

Firmato un accordo tra Fastweb e Fandango. Per ora a noleggio ci sono solo i film d'autore. Ma la strada è tracciata.

"Il cinema italiano compie un grande salto verso Internet. Per la prima volta, dal 5 dicembre c'è un film nostrano disponibile online in contemporanea con l'uscita nelle sale: è Diari, di Attilio Azzola, già premiato a Cannes. Gli utenti lo possono vedere tramite la Tv via banda larga (Adsl o fibra ottica) di Fastweb, attraverso il servizio di video on demand. Con un clic, in qualsiasi momento della giornata, è possibile noleggiarlo e vederlo direttamente sulla tv collegata al decoder Fastweb. Qualche giorno fa è stato invece la volta di Deep Water-La Folle Regata, nelle sale e su Fastweb contemporaneamente". Leggi tutto l'articolo di Alessandro Longo

lunedì 1 dicembre 2008

Yes, we can. Così Hillary disse sì alla guerra in Iraq

Oggi Hillary Clinton è stata chiamata dal presidente eletto Barack Obama a diventare segretario di stato. Il quotidiano il Foglio riporta ampi stralci del discorso con cui il 10 ottobre 2002 la senatrice autorizzò l’uso della forza contro il regime di Saddam Hussein....

Le facce di Hillary....quante sono? Buona lettura!















Questi sono alcuni stralci dell'articolo tratto da Il Foglio.it

Ecco come il segretario di stato scelto della nuova Amministrazione democratica spiegò perché stava con Bush

Saddam Hussein è un tiranno che ha torturato e ucciso la sua stessa gente, persino i membri della sua famiglia, per mantenere salda la presa sul potere. Ha usato armi chimiche contro i curdi iracheni e gli iraniani, uccidendo oltre 20.000 persone. Sfortunatamente, negli anni Ottanta, mentre conduceva tali orribili azioni, ha goduto del sostegno del governo americano, perché possedeva il petrolio e perché si vedeva in lui un contrappeso all’ayatollah Khomeini in Iran....
E forse la mia decisione è influenzata dagli otto anni di esperienza all’altro estremo di Pennsylvania Avenue, alla Casa Bianca, mentre guardavo mio marito affrontare i grandi problemi della nazione. Voglio che questo presidente, e tutti i presidenti futuri, si trovino nella posizione più forte possibile per guidare il nostro paese alle Nazioni Unite o in guerra. In secondo luogo, voglio assicurarmi che Saddam Hussein non sia indotto in errore in merito alla nostra unità nazionale e a quanto appoggiamo la scelta del presidente di dichiarare guerra dall’America al terrorismo internazionale e alle armi di distruzione di massa. In terzo luogo, voglio che gli uomini e le donne delle nostre Forze armate sappiano che, se saranno chiamati a intervenire in Iraq, il nostro paese sarà al loro fianco con la massima decisione. (…)
Un voto a favore non è un voto per la corsa alla guerra; è un voto che pone una responsabilità solenne nelle mani del nostro presidente, cui chiediamo di usare con saggezza e come ultima risorsa questi poteri. Ed è un voto che dice chiaramente a Saddam Hussein: questa è la tua ultima possibilità. Disarma o sarai disarmato.Grazie, signor presidente.

(traduzione di Elia Rigolio)